VINUM APRILE 2018
Rosso sulla corsia di sorpasso
Christian Eder, dopo la visita ad enologica 2017, ha deciso di far immergere i lettori del mensile europeo VINUM nel mondo del sangiovese Romagnolo, guidato da Francesco Bordini ha esplorato le sottozone del nostro Sangiovese e le cantine che le popolano, parlando così di identità e di territorio!
Per lungo tempo è rimasto all’ombra del grande fratello toscano, parliamo del
Sangiovese di Romagna DOC.
Da quando però sono state individuate dodici sottozone e una nuova generazione
di giovani vignaioli hanno messo mano ai remi, tutto è cambiato prepotentemente.
Tra le colline di Imola e la costa adriatica è nata una ampia tavolozza di territori
vinicoli in cui freschezza e aroma la fanno da padrona.
In passato i vignaioli hanno cercato di imitare il
grande Sangiovese della Toscana facendo uso del legno e con una forte
estrazione”. Si sistema gli occhiali e avvicina al naso il vino rosso rubino: “Per lungo
tempo non l’abbiamo capito ma è la freschezza la nota caratteristica dei nostri vini;
il Sangiovese di Romagna vive di profumo di sapidità e di tannini giovani. Tenerlo
per troppo tempo nel legno è completamente errato, così si danneggia la sua nota
stilistica”.
Nel mezzo delle morbide colline della sottozona di Longiano, nel centro della
Romagna troviamo la cantina Villa Venti. Attorno alla piccola azienda familiare i
vitigni crescono su alberello a cespuglio, il tradizionale alberello, che in maniera
sorprendente qui in Romagna si incontra spesso. “Vogliamo dare al vino più
carattere possibile” dice Mauro Giardini, vignaiolo, “e per questo la base sono dei
vitigni sani, in equilibrio tra loro e l’ambiente e coltivati ad alberello”. Dal 2003
l’azienda lavora con criteri tradizionali e produce secondo metodi biodinamici.
“Nella sottozona di Longiano i terreni sono sabbiosi e calcarei, questo provvede
all’eleganza di tutti i nostri vini ma soprattutto del Sangiovese” dice Giardini. Questa
eleganza contraddistingue l’eccellenza di Villa Venti, il Sangiovese Primo Segno,
che tiene insieme il fruttato fresco e chiaro di buona sapidità e il tannino. Tutto
questo senza uso del legno, precisa il vignaiolo, prima di mostrarmi un altro
contenitore al quale egli crede: l’anfora. Il suo autoctono centesimino rosso lo lascia
macerare là dentro per sei mesi. Ne viene fuori un vino che unisce le tipiche note
speziate di bacche con un carattere deciso.
Christian Eder
Ottimo lavoro di squadra!!